Stampa democratica e comunità italiana in Tunisia

Saggio di Nicola Gabriele

Sui rapporti tra Sardegna e Tunisia nell’Ottocento riguardanti anche la stampa, un contributo importante arriva dagli studi di Nicola Gabriele che, nelle sue approfondite ricerche ha avuto modo di  consultare una vasta mole di fonti bibliografiche e documentali tra giornali, articoli, volumi sia italiani che in lingua francese. Sul tema ha presentato una comunicazione in cui riassume i risultati del suo lavoro nel corso del convegno “Stampa ed esilio” (Roma, 23-25 septembre 2013). Alla fine del presente post pubblichiamo il Pdf della sua ricca bibliografia, prezioso materiale per approfondimenti e ulteriori ricerche. Per gentile concessione dell’autore di seguito il testo della comunicazione al convegno romano.

Esportare il Risorgimento. Stampa democratica e comunità italiana in Tunisia

Dalla prima metà dell’800 i caratteri della comunità italiana nel nord-Africa iniziano ad essere documentati e oggetto di dibattito politico e di riflessione storiografica. In Tunisia si registra la presenza di una comunità italiana dai primi decenni dell’Ottocento e le relazioni con gli Stati italiani diventarono sempre più intense, contribuendo all’accrescimento della collettività costituita da Genovesi, Livornesi, Napoletani, Calabresi, Siciliani e Sardi.

Il fenomeno della crescita di quella comunità deve però essere letto e analizzato anche e soprattutto in prospettiva risorgimentale. A partire dal 1820, in corrispondenza dei moti rivoluzionari nella Penisola, numerosi perseguitati politici di area mazziniana e repubblicana trovarono rifugio a Tunisi, dove gli Italiani occupavano già posizioni di rilievo nel contesto sociale del Paese. Gli Italiani, oltre a occuparsi con successo di attività commerciali, erano impiegati come segretari, medici o avvocati presso le famiglie più illustri. Gli esuli e i protagonisti degli avvenimenti risorgimentali rivitalizzarono l’economia e la cultura del Paese, sebbene la loro permanenza fosse spesso transitoria. Chi scelse di trasferirsi stabilmente ricoprì posizioni di rilievo nel contesto sociale, dedicandosi all’insegnamento e alla fondazione di scuole. La Tunisia divenne meta prediletta dei fuorusciti mazziniani e repubblicani che dalla penisola emigravano in Svizzera o in Francia per poi giungere nella Reggenza attraverso un circuito che da Genova portava a Marsiglia e successivamente a Tunisi, che divenne così uno dei più importanti centri di cospirazione mazziniana di tutto il Mediterraneo.

I rifugiati politici introdussero nella collettività italiana idee politiche nuove recepite anche dalle élites locali e che trovano riscontro nella prima stampa periodica comparsa tra il 1839 e il 1859 (Il giornale di Tunisi e Cartagine e Il Corriere di Tunisi erano in lingua italiana). Spicca in questo contesto il mazziniano di origine genovese Gaetano Fedriani, impegnato nello sviluppo di infrastrutture e trasporti. Attorno a lui si riunirono Pompeo Sulema, Corrado Politi Valentino Spezzafumo, Mario Simeoni, Quintilio Mugnaini, Benedetto Calò, Giacomo Castelnuovo, Andrea Peluffo, Giulio Israele, Salomone Finzi, Francesco Gioia, Leone Paladini Domenico Mangano e molti altri giunti a Tunisi anche dopo il 1849.

Quelle esperienze prepararono il terreno ad una nuova stagione avviatasi dopo l’Unità d’Italia e che vide imprenditori e politici Toscani, Siciliani e Sardi impegnati a creare un più stretto rapporto politico e culturale con le élites tunisine attraverso la diffusione dei valori di indipendenza, libertà e patria. A questo proposito originale e significativa fu l’esperienza del periodico El Mostakel (L’Indipendente) stampato a Cagliari, scritto in arabo e diffuso clandestinamente tra il 1880-81 in molti centri del Nord-Africa (La Goletta, Monastir, Susa, Mahdia, Sfax, Gerba. Tripoli, a Algeri) per affermare i principi di indipendenza della Tunisia dalla Francia.

Bibliografia e fonti

Riportiamo nel PDF l’elenco delle fonti utilizzate e citate dall’autore nel suo saggio, sia italiane che francesi. Bibliografia e fonti  .

Chi è Nicola Gabriele

Docente e ricercatore. Laureato nel 1997 con una tesi sull’Indicatore Sardo, un periodico dell’età della Restaurazione, comincia subito a collaborare con la cattedra di Storia del Risorgimento e di Storia della Sardegna di cui è titolare il prof. Leopoldo Ortu.  Di queste discipline è stato ripetutamente cultore della materia a partire dal 2002. Nello stesso anno consegue il Diploma di specializzazione SSIS presso l’Università degli studi di Cagliari. Nel 2007 consegue il Dottorato di ricerca in Storia moderna e contemporanea. Tra il 2007 e il 2008, nell’ambito del progetto Master&Back intraprende un percorso “in uscita” di Alta Formazione con uno stage e attività di ricerca presso l’Istituto Storico per l’Età Moderna e Contemporanea di Roma. Rientrato in Sardegna ottiene una borsa di ricerca biennale (2009-2011) presso il Dipartimento di Studi storici, geografici ed artistici dell’Università di Cagliari. Dal 2010 avvia anche la collaborazione con le cattedre di Storia del Giornalismo e di Storia Contemporanea della Facoltà di Lingue e Letterature straniere e con la cattedra di Storia Contemporanea della Facoltà di Scienze dell’educazione e della formazione di Cagliari. NelI’ anno 2011/2012 è professore a contratto per la disciplina di Storia sociale e politica della Sardegna contemporanea del Corso interclasse in Scienze Pedagogiche e dei servizi educativi. Nel 2012/2013 è professore a contratto presso la Facoltà di Studi Umanistici di Cagliari. Dal 2012 Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Storia Beni Culturali. Attualmente docente nelle scuole Superiori mentre continua il suo percorso di ricerca. In questo sito sono già presenti diversi post sulla stampa sarda e in particolare sulla censura nell’Ottocento. Nel post  gli studi dello storico Gabriele figura anche la sua corposa bibliografia generale.

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