L’Uruguay ricorda il suo più grande pittore del primo Novecento con una mostra in onore di Pedro Figari a 85 anni dalla sua scomparsa, nel museo a lui dedicato a Montevideo. Si svolge dal 24 luglio al 24 agosto (nella foto in alto l’ultima fotografia che si conosca del pittore). Vedi il link del museo e della mostra temporanea.
La mostra intitolata “Un tempo e uno stile” riunisce dipinti, fotografie, documenti – ritagli di stampa, lettere e telegrammi di condoglianze, tra gli altri – e oggetti personali di Figari al momento della sua morte. Pedro Figari morì di arresto cardiaco nelle prime ore del 24 luglio 1938, nella casa di suo figlio Pedrito a Bulevar España. La sua morte coincise con la morte del suo amico, lo scrittore Carlos Reyles. I giornali su entrambi i margini del Plata raccolsero la notizia delle loro perdite come la chiusura di un’epoca di splendore. Il giornale El Bien Público de Montevideo pubblicò la notizia con il seguente titolo: “Un tempo e uno stile di vita nazionale hanno perso ieri i loro interpreti.” Fernán Silva Valdés scrisse la sua famosa poesia “Romance per la morte di Carlos Reyles e Pedro Figari” e sui giornali circolava quella che si diceva fosse la sua ultima fotografia.
Il tema della morte
A 85 anni dall’ evento, il museo che porta il suo nome gli rende omaggio mettendo a disposizione questa documentazione inedita che ci riferisce anche ai rituali funerari come la società uruguaiana li praticava nella prima metà del XX secolo.
Lo stesso Figari dipinse diversi veli e il tema della morte non era estraneo alla sua opera plastica, filosofica e letteraria. In “Historia Kiria“, il romanzo utopico del 1930, rifletteva: “Questo dettaglio della morte così naturale, e così antico per sé, non è stato ancora chiarito né gli è stato dato il suo vero significato. Solo a Kiria si è arrivati a questo. Per questo popolo la morte era un passaggio alle immensità e alle varietà della vita cosmica nell’eternità, e, per lo stesso motivo, non aveva l’importanza che gli attribuiamo oggi.”
Nel saggio filosofico “Arte, estetica, ideale” (1912) scrisse: «Tutto è “vita”; nella realtà. Tutto ciò che è esistito esiste, e non può cessare di esistere, in un modo o nell’altro, in quanto non ci può essere creazione o distruzione di sostanza, né creazione o distruzione di energia. Questi due elementi, per il resto, inseparabili, – sostanza, energia – sono la vita, quindi, vale a dire, ciò che è».