I giornalisti sono di casa al Quirinale per seguire ogni giorno gli eventi della presidenza della Repubblica. Tanto che gli esperti accreditati per entrare nel palazzo presidenziale vengono comunemente chiamati “quirinalisti” ad indicarne la loro specializzazione che di solito coprono per molti anni, alcuni per gran parte della carriera così da aver raccontato le cronache di più di un capo dello Stato che seguono ad ogni suo passo, anche al di fuori delle mura dello storico palazzo che fu sede dei Papi e poi dei sovrani Savoia prima di essere scelto come casa del presidente. Sin qui tutto normale, ma il fatto eccezionale questa volta è che ospite di Mattarella sia stato un giornale intero con la rappresentanza al completo dei vertici della testata: editore, direttori, amministratori. Questo onore è toccato a L’Unione Sarda, quale più antico e ancora al primo posto per diffusione in Sardegna, tra i primi quindici quotidiani nazionali nelle graduatoria delle vendite su carta e online, alla venerabile età di 132 anni (fu fondato nel 1889) ancora vivace e attivo sul difficile mercato editoriale che continua a subire i colpi della crisi delle vendite e della pubblicità che ha trasformato il settore dei quotidiani e dei periodici. L’Unione Sarda al Quirinale nel riconoscimento di una storica testata, che rispecchia un’intera regione, ma anche come gruppo editoriale multimediale con le sue televisioni (a partire da Videolina), le radio, il sito online e le numerose iniziative editoriali.
L’omaggio del Quirinale a Grazia Deledda
Occasione della visita al Quirinale è stata proprio una di queste iniziative, la presentazione della collana dedicata alla scrittrice nuorese Grazia Deledda (nella foto) della quale si celebrano quest’anno i 150 anni della nascita. L’Unione con la ristampa dei libri più famosi (l’intera produzione letteraria della Deledda è stata già pubblicata e diffusa col quotidiano nell’ambito delle collane per la Biblioteca dell’identità) ha voluto così dare i proprio contribuito alle celebrazioni.
Bisogna dare atto all’editore Sergio Zuncheddu di aver creduto in diverse proposte culturali, non facili da promuovere per il grosso pubblico dei lettori, ma che hanno di per sé una valenza storica così importante da riuscire ad imporsi anche in edicola. Un giornale come L’Unione è un organo di informazione, ma anche un veicolo culturale insostituibile con una penetrazione unica sul territorio così che ogni sua iniziativa va oltre il principale compito informativo. Un concetto semplice da capire, ma non altrettanto da realizzare con le pubblicazioni di una o più opere perché poi si deve sempre fare i conti di un prodotto editoriale (costi e ricavi) non diverso da altra impresa commerciale e assai più delicato nel contesto economico del territorio.
Negli ultimi anni il Gruppo, in collaborazione con l’enciclopedia Treccani, ha pubblicato l’opera anastatica e completa de “I quaderni del carcere” di Antonio Gramsci, un’operazione unica e coraggiosa nel genere. E più di recente (2020-2021) l’Albo d’oro dei caduti sardi nella Grande Guerra, sia cartaceo sia sul sito, con supplementi settimanali e un’uscita conclusiva di un fascicolo di 80 pagine con oltre 15 mila nomi. Solo per citare le due iniziative più originali, rimandando i lettori all’indice generale di tutte le collane della Biblioteca dell’identità presente nel sito unione sarda.it (vai al link)
Ed ecco questo nuovo e inedito evento che ha visto il gruppo guidato dall’editore Zuncheddu invitato dal capo dello Stato al Quirinale, martedì 23 novembre, dove si è svolta una significativa presentazione delle pubblicazioni dedicate alla Deledda. Riprendiamo qui l’articolo uscito il giorno seguente con il resoconto dell’incontro.
«Deledda gigante della letteratura»
Tre sillabe segnate dal tono della voce: «Gigante. Gigante della letteratura italiana». Sergio Mattarella scandisce le parole quando parla di Grazia Deledda. L’aveva già fatto in un messaggio il 27 settembre, compleanno della scrittrice. L’ha ripetuto al palazzo del Quirinale, durante l’incontro con i vertici de L’Unione Sarda, per parlare delle iniziative messe in campo dal giornale per celebrare il 150esimo anniversario della nascita della finora unica italiana ad aver vinto il Premio Nobel della Letteratura. Il Capo dello Stato – accompagnato da Ugo Zampetti, segretario generale della Presidenza della Repubblica, e Francesco Saverio Garofani, consigliere per le questioni istituzionali – ha incontrato i dirigenti del gruppo multimediale leader dell’informazione nell’Isola in una udienza. C’erano Sergio Zuncheddu, presidente del consiglio d’amministrazione; Emanuele Dessì, direttore responsabile; Lia Serreli, direttore generale; Lorenzo Paolini, direttore editoriale e condirettore; Franco Siddi, consigliere d’amministrazione nell’ambito del gruppo. Sul tavolo dello studio del presidente, alcune fra le opere pubblicate in questi anni nella Biblioteca dell’identità, la collana editoriale che raccoglie il meglio delle testimonianze originali della cultura sarda. I dodici romanzi imperdibili della scrittrice nuorese, anzitutto. L’Unione aveva già pubblicato in passato tutte le opere, quest’anno si è scelto di riproporre nell’edizione originale e con una nuova grafica i romanzi più importanti. Poi l’enciclopedia dei costumi sardi, una produzione imponente che raccoglie tutto i vestiti classici della tradizione con un’attenzione filologica a ogni componente.
Mattarella ha ricevuto da Zuncheddu in particolare il volume che ha come testimonial in copertina il fu presidente emerito Francesco Cossiga in abito tradizionale «Era così innamorato della sua terra che non mi meraviglia», il commento accompagnato da un affettuoso sorriso. Poi un riferimento importante alla condizione d’insularità della Sardegna, «più forte di quella della Sicilia».
Grande attenzione anche per la collana con “I quaderni del carcere”, la ristampa anastatica dei manoscritti di Antonio Gramsci, e per “Buongiorno SarDegna”, racconto della storia del popolo sardo fra impeto civile e orgoglio identitario. «La ringraziamo per l’attenzione alla causa della buona informazione – ha detto l’editore – perché il mercato editoriale ha bisogno soprattutto di rispetto e di leggi eque».