Tra la fine dell’Ottocento e i primi del nuovo secolo i quotidiani nazionali cominciarono ad aprire le pagine alle donne ospitando i racconti di popolari autrici quali Grazia Deledda e Sibilla Aleramo. I loro romanzi e novelle cominciarono ad essere pubblicati come feuilleton che attirava un appassionato seguito di lettori. Più difficile e e lento fu il processo di inserimento nelle donne in redazione, considerando il giornalismo un mestiere tutto al maschile.
La vera svolta si ebbe in anni recenti, nel secondo dopoguerra, con le donne che cominciarono a lavorare a tempo pieno o come collaboratrici soprattutto nei settimanali. In Sardegna l’interesse femminile per il giornalismo cominciò a nascere a partire dal movimento del Sessantotto che vide tante studentesse impegnarsi nella lotta politica e culturale.
Verso il 1975, per contrastare l’offensiva del secondo giornale cittadino Tuttoquotidiano, L’Unione Sarda aumentò il numero delle pagine e di conseguenza aprì la porta ad una nuova generazione di giornalisti. Via via arrivano in redazione una ventina di giovani, in gran parte appunto ex sessantottini che avevano frequentato l’università e la politica negli anni “caldi” della contestazione studentesca. Una generazione di sinistra, attenta alle novità culturali, alla musica e al teatro, ai problemi economici, al sindacato e alla scuola.
Maria Paola Masala, la prima professionista sarda
Una particolare attenzione finalmente viene data al mondo femminile, tanto che viene assunta nel 1976 Maria Paola Masala, laureata in filosofia, prima donna sarda a entrare in una redazione di cronaca e nel 1978 a diventare giornalista professionista. Nel giornale cagliaritano ha percorso tutta la carriera sino alla pensione, dopo quasi quarant’anni di attività, da collaboratrice ad inviata speciale. Per molti anni ha lavorato in cronaca di Cagliari, rompendo un altro tabù della redazione che voleva solo colleghi maschi impegnati nella “nera”, nella giudiziaria e nelle inchieste più scottanti. La Masala ha aperto il giornale, con i suoi articoli, al mondo femminile, alla scuola, al sociale e ai giovani, dando voce e spazio alle donne di tutti i campi. Il suo impegno nella cronaca si è quindi trasferito con la stessa passione nelle pagine della Cultura e dello Spettacolo. Esperta e appassionata di lirica, da molti anni è diventata la critica musicale del giornale.
Prima della Masala in realtà si ricordano due precedenti di donne sarde giornaliste, che lavoravano a tempo pieno per una redazione di quotidiano, ma non poterono considerarsi tali in quanto, al loro tempo, non esisteva ancora la legge sull’Ordine, promulgata solo nel 1963, che prevede l’Albo dei professionisti dopo l’assunzione e almeno 18 mesi di praticantato.
Miriam Riccio, la prima giornalista sarda
La prima giornalista a lavorare in un quotidiano sardo (La Nuova Sardegna) fu Miriam Riccio negli anni Venti. Figlia del direttore nonché comproprietario del giornale, abbandona a 23 anni la collaborazione, dopo la morte del padre Medardo, perché gli altri proprietari erano antifascisti. Diventa corrispondente fissa della Tribuna, giornale romano. Nel 1935 viene nominata fiduciaria del Sindacato giornalisti di Roma per la provincia di Sassari. Collabora alla rivista Mediterranea, alla Miniera Italiana, al Monitore tecnico, alla Rassegna storica del Risorgimento.
Franca Bergamini da redattrice ad avvocato
Dopo la Riccio troviamo in una redazione sarda Franca Bergamini che comincia nel 1945 al Corriere dell’Isola come redattrice ordinaria, ma in breve si fa largo arrivando ad essere nominata vice del direttore Spano Satta. Lascia l’Ordine dei giornalisti (fondato nel 1925) nel 1951 per scegliere la carriera forense. E’ stata la prima donna avvocato a Sassari.
Maria Paola Masala, dunque, si può considerare la prima professionista iscritta all’Ordine della Sardegna, che aprì la strada a tutte le altre donne. Oggi le redazioni, soprattutto quelle televisive, sono affollate di giornaliste occupate in ogni settore, dalla cronaca allo sport dove oggi eccellono e hanno sempre più spazi.
La prima donna direttore
La sassarese Alessandra Raggio all’inizio del 1998 fu scelta come direttore del Quotidiano di Sassari, pubblicato per un solo anno per contrastare il dominio indiscusso della Nuova Sardegna nella sua città. Poi, dopo la chiusura, fu assunta dall’Unione Sarda dove ha percorso una brillante carriera a capo delle redazioni di Oristano e di Nuoro.