Un ruolo importante nell’immediato secondo dopoguerra ebbe la stampa periodica in Sardegna che – come scrive Giuseppina Fois (1982) – nonostante l’analfabetismo diffuso e una bassa scolarizzazione almeno sino agli anni Sessanta, presenta numerose testate. La maggior parte sono espressioni di élite politiche, culturali e religiose e vanno a coprire spazi lasciati dai due quotidiani leader.
Il primo sviluppo è originato dalla voglia di libertà, dopo il bavaglio e la censura del ventennio fascista. Già nel 1944, con la Sardegna liberata e con i sostanziosi aiuti degli americani, nasce il settimanale Riscossa, diretto dal sassarese Francesco Spanu Satta e dallo scrittore di Villacidro Giuseppe Dessì. Gli Alleati forniscono carta e mezzi per pubblicare una rivista che cominci ad educare i giovani ai valori della libertà e della democrazia. Ognuno dei partiti rinati – ricorda la Fois – vuole la sua voce: così escono i settimanaliIl Corriere di Sardegna (Dc), Il Lavoratore (Pci), Sardegna socialista (Psiup), Rivoluzione Liberale (Pli), Il Solco (sardista), Sardegna Democratica (Democrazia del Lavoro), cui seguirà Riscossa Sardista, organo del Partito sardo d’Azione socialista fondato da Emilio Lussu dopo la scissione col Psd’Az.
Il confronto negli anni Cinquanta
Sin dai prima anni Cinquanta vengono fondati diversi periodici che, oltre a riflettere le opinioni e il dibattito politico che si andava sviluppando dall’indomani della nascita della Regione Autonoma (1948), aprono nuovi orizzonti culturali. La lingua e bilinguismo, la letteratura e l’archeologia, la storia sarda e il futuro dell’Isola uscita a pezzi dalla guerra, terra di emigrazione, di povertà diffusa soprattutto nella campagna e ancora con alti indici di analfabetismo. La politica, comunque, con tutti i risvolti del confronto tra democristiani, comunisti, socialisti e sardisti, resta sempre il tema più acceso e che attira i maggiori interessi. Politici e intellettuali sui periodici possono finalmente dare libero sfogo alle loro opinioni, con la stampa non condizionata se non dai costi per far uscire le varie riviste con una certa puntualità.
Il Bogino e Rinascita sarda
A Cagliari nel 1951 nasce il settimanale del comitato regionale del Pci, Rinascita sarda e, dal 1960, la rivista “autonomista” Il Bogino curata dal giornalista della Rai Ignazio De Magistris, dal giovane ma già autorevole antropologo di Bitti Michelangelo Pira e da Antonio Cossu. Il Bogino dedica la sua principale attenzione al Piano di Rinascita della Sardegna previsto dalla legge n. 588 del 1962, nell’ambito di un discorso politico-sociale più ampio per il rilancio dell’Isola ancora molto indietro rispetto al resto d’Italia dove già si comincia a parlare di boom economico.
Nell’aprile 1962 si presenta il primo numero del quindicinale Sardegna Oggi, diretto da Sebastiano Dessanay, mentre a Nuoro dal 1966 esce la Nuova Città, fondata da Cesare Pirisi. Inoltre, dal 1948 al 1967, viene pubblicata a Sassari La Gazzetta sarda, un giornale del lunedì, nei primi anni vivace organo di polemica politica giovanile, poi come vedremo più avanti trasformatosi in foglio quasi esclusivamente sportivo quale settimo numero de La Nuova Sardegna.
Dal 1956 al 1965 uscì la seconda serie di Ichnusa, rivista diretta dall’intellettuale Antonio Pigliaru, molto attenta ai temi della rinascita sarda. Tra il 1958 e il 1964 i “giovani turchi” – così veniva definito il gruppo formatosi nel 1956 nella Dc sassarese attorno a Francesco Cossiga – pubblicarono un quindicinale, Il Democratico, diretto prima da Gerolamo Colavitti e poi da Pietro Soddu.
Sassari Sera di Pino Careddu: durerà 40 anni
Nel 1960 si tiene a battesimo Sassari Sera, il mensile più longevo che durerà oltre quarant’anni, grazie alla vivacità e al dinamismo del direttore Pino Careddu (1934-2008), acuto polemista e cronista politico capace di “scoop” clamorosi grazie alle sue entrature nel Palazzo e alle amicizie con i big dei partiti. Sassari Sera farà sempre discutere e, seppure spesso criticato e accusato di forzare le notizie a scopo scandalistico, sarà temuto e letto con passione e anche divertimento da un affezionato pubblico di lettori, non solo sassaresi.
Nell’aprile del 1967 esce il quindicinale politico-culturale Il Giornale, diretto da Antonello Satta. Nel dicembre dello stesso anno Autonomia Cronache, bimestrale di politica e cultura di area democristiana, mentre nel 1968 Remo Branca fonda Frontiera, mensile di cultura, arte, scienza, politica e umanità.
La stampa cattolica
Un ruolo importante – sottolinea Andrea Corda nel suo saggio del 2013 (op. cit. in questo sito) – viene svolto dalla stampa cattolica che raggiunge i fedeli lettori delle diocesi e delle parrocchie. Negli anni Settanta continuano ad uscire le pubblicazioni periodiche diocesane: i settimanali Orientamenti di Cagliari, Il Corriere del Sulcis di Iglesias, Vita Nostra di Oristano, Nuovo Cammino di Ales-Terralba, Voce del Logudoro di Ozieri e Libertà di Sassari, i quindicinali L’Ortobene di Nuoro diretto dal sacerdote e dinamico giornalista don Luigi Bussu, Gallura&Anglona di Tempio-Ampurias e il mensile Ogliastra di Lanusei. Alcuni sopravvissuti sino ai tempi recenti e diffusi ancora oggi, nonostante l’età avanzata dei loro promotori e direttori.
Figura di prestigio di quegli anni è monsignor Giuseppe Lepori, fondatore del Quotidiano Sardo, che da settimanale diventerà quotidiano per quasi un decennio, e anche direttore del quindicinale di informazione politica, economica e sociale Sardegnavanti. Una palestra per tanti giovani pubblicisti e futuri professionisti.
I giornali del Partito comunista
Iniziarono anche le pubblicazioni promosse dai principali gruppi politici presenti in Consiglio regionale. In particolare, nel 1972, Pci Regione Informazioni con responsabile Giuseppe Podda, uno dei più noti giornalisti sardi, critico di cinema, profondo cultore di memorie e storia di Cagliari, cronista instancabile e rigoroso: il suo impegno nel Partito è uguale alla passione e alla competenza per la carta stampata. Dirigerà, oltre Rinascita sarda, diversi periodici del Pci e di cinema, e sarà a lungo corrispondente per la Sardegna dell’Unità, “maestro” di giornalismo e di vita per tanti giovani allievi. La sua appartenenza politica non gli impedirà di collaborare alle pagine della Cultura de L’Unione Sarda, chiamato a dare un prezioso contributo da un altro grande giornalista e intellettuale di sinistra, ma spirito libero e di molteplici interessi, quale fu Alberto Rodriguez. Lo stesso Rodriguez, tra i maggiori esperti di jazz nazionali degli anni Settanta, darà il suo contributo ai periodici del Pci, al quotidiano romano Paese Sera, alle trasmissioni culturali di Rai Sardegna e sarà tra i protagonisti del rilancio del quotidiano cagliaritano per la grafica, i contenuti e il rinnovamento tecnologico.
Dopo queste doverose citazioni di due giornalisti che tanto hanno dato e lasciato all’affermazione della stampa sarda, concludiamo il panorama sui periodici: ecco nel 1974 la rivista “Dc, Autonomia, informazioni”, diretta da due politici di peso quali Pietro Soddu e Nino Carrus.
Nel 1974 nasce il mensile fondato e diretto da un altro giornalista di prestigio quale Giorgio Melis che, dopo aver lasciato temporaneamente L’Unione Sarda, conduce Sardegna Autonomia, contenente le notizie più importanti relative alle attività del Consiglio regionale. Inoltre nel 1973 apparve Il Sassarese, rivista locale di cronaca e politica, diretta da Enrico Porqueddu.