L‘anno dei festeggiamenti per i 130 anni del quotidiano sassarese si chiude con la notizia di un nuovo editore che ha acquisito la storica testata e che ora, secondo quanto dichiarato, cercherà di rilanciare nell’ambito di un gruppo editoriale giovane e ambizioso. Dunque dalla Gedi, il colosso dell’editoria nazionale che fa capo a Repubblica-L’Espresso e che lo aveva “affittato” per quattro anni alla società DBInformation degli editori-manager lombardi Roberto Briglia e Gianni Vallardi, passa al Gruppo Sae-Sapere Aude Editori che ha già quattro importanti e altrettanto storiche testate locali e regionali (Il Tirreno di Livorno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e la Nuova Ferrara). Così si aggiunge La Nuova Sardegna fondata nel 1891 e che, come raccontiamo in diversi post presenti in questo sito (vedi il link), ha vissuto una lunga quanto gloriosa e travagliata storia: dopo oltre un ventennio di chiusura durante il regime fascista, nel dopoguerra è arrivata la piena rinascita con la neonata repubblica e l’istituzione della Regione autonoma della Sardegna; quindi il sofferto e contestato periodo in cui fu nelle mani del petroliere Nino Rovelli, padrone della Sir, che aveva le grandi fabbriche della chimica negli anni 60/70 del cosiddetto “Piano di Rinascita”; il grande salto nel 1980 con l’ingresso del gruppo Repubblica-Espresso del principe Carlo Caracciolo e del grande direttore-editore Eugenio Scalfari, diventato Gedi nel tempo e infine ceduta per quattro anni alla DDBInformation dopo che la stessa Gedi aveva acquistato La Stampa di Torino e il Secolo XIX di Genova e di conseguenza era stata costretta a cedere alcune testate locali per non superare i tetti imposti dalla legge sul monopolio.
Le vicissitudini della proprietà negli ultimi anni, che hanno avuto pesanti riflessi ovviamente sulla redazione, le vendite e lo sviluppo del giornale, sembrano giunte ad un punto di svolta con un nuovo editore. Molti giornalisti e poligrafici sono andati in pensione o prepensionamento con i benefici di legge per l’editoria, il giornale ha subito tagli negli organici e drastici ridimensionamenti negli investimenti e quindi nella diffusione regionale, chiudendo alcune redazioni periferiche e riducendo all’osso l’importante redazione di Cagliari che, per tradizione, ha sempre consentito un’ampia copertura giornalistica soprattutto per la politica e l’economia regionale.
La notizia della vendita
La notizia è stata annunciata da più parti il 25 novembre. L’acquirente Gruppo Sae-Sapere Aude Editori in un comunicato afferma che “è stato raggiunto un accordo con il Gruppo Gedi per l’acquisizione del quotidiano La Nuova Sardegna. Le parti si sono incontrate ieri, mercoledì 24 novembre, a Torino per sottoscrivere il contratto preliminare di acquisto che sarà perfezionato nell’arco dei prossimi mesi – si legge nella nota di Sae -. Il Gruppo Sae, che già nell’ ottobre 2020 ha acquisito sempre da Gedi le testate de Il Tirreno, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio e la Nuova Ferrara, intende così proseguire nella sua strategia editoriale di investimento su autorevoli e storiche testate locali, nella ferma convinzione che l’editoria quotidiana di prossimità, cartacea e digitale, e il patrimonio professionale e umano che essa porta con sé, siano il fondamentale presupposto di un “ritorno al futuro” per l’intero sistema dell’informazione del nostro Paese”.
L’annuncio della Gedi
Anche la Gedi ha diffuso la notizia con in proprio comunicato rilanciato da Prima Comunicazione e dalle agenzie di stampa in cui afferma di aver sottoscritto “un accordo per la cessione della testata La Nuova Sardegna al gruppo editoriale Sae. L’operazione – scrive la nota Gedi – fa seguito alla cessione di quattro testate Gedi alla stessa Sae avvenuta nell’ottobre 2020. Nel ringraziare DBInformation, che dal 2016 ha gestito la testata con professionalità e competenza, Gedi ritiene che la Nuova Sardegna possa aprire ora una nuova pagina della sua storia, costruendo il suo futuro a partire da solide basi. La concessionaria – conclude la nota – A. Manzoni & C. continuerà a realizzare la raccolta pubblicitaria per la testata”.
La cessione della testata è stata ripresa con comunicato dalla redazione e dal sindacato dei giornalisti. “La Federazione Nazionale della Stampa e l’Associazione della Stampa Sarda – si legge nella nota – , appresa la notizia del passaggio del quotidiano La Nuova Sardegna dal gruppo Gedi al gruppo Sae, saranno accanto al comitato di redazione in tutte le fasi di perfezionamento della vendita del giornale e in quelle successive. Il Sindacato dei giornalisti rispetta la libertà d’impresa e chiede altrettanto rispetto per beni irrinunciabili come la libertà, il pluralismo e la completezza dell’informazione e la tutela dell’occupazione. Una valutazione complessiva dell’operazione di acquisto della Nuova Sardegna potrà essere effettuata solo dopo la definizione della compagine societaria che subentra a Gedi e l’illustrazione puntuale dei suoi progetti per il consolidamento e il rilancio di una testata preziosa per l’opinione pubblica della Sardegna e per l’identità culturale e politica dell’Isola”.
Il gruppo Gedi (costituito nel 2016 con l’incorporazione del Gruppo Espresso) è uno dei principali operatori italiani nel settore dei media, attivo nelle seguenti aree di business: è editore di la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, 9 testate locali, il settimanale l’Espresso e altri periodici. Fanno parte del Gruppo anche 3 emittenti radiofoniche nazionali (Radio Deejay, Radio Capital, m2o). GEDI opera, inoltre, nel settore internet e raccoglie la pubblicità, tramite la concessionaria Manzoni, per i propri mezzi e per editori terzi. Presidente è John Elkann e Amministratore delegato Maurizio Scanavino. Fatturato oltre 600 milioni.
Il nuovo editore SAE
Uscita da quell’esperienza iniziata nel 1980 e quindi durata 35 anni, la Nuova volta pagina per l’ennesima volta con un editore non sardo, ma che ha il core business per ora nell’Emilia Romagna. SAE pubblica i quotidiani Il Tirreno (1945), Gazzetta di Modena (uno dei più antichi d’Italia fondato nel 1859), Gazzetta di Reggio (la prima uscita 1859) e la Nuova Ferrara (1989), testate storiche dal passato glorioso, diffuse e radicate in un territorio dalle enormi risorse sociali, culturali, economiche che, in specie oggi, rappresentano ancora il motore di un’Italia fiaccata dalla crisi e da una pesante emergenza sanitaria.
Leonardis, presidente e Ad
Presidente della SAE è Alberto Leonardis (nella foto). Imprenditore e manager con più di 25 anni di esperienza durante i quali è stato Advisor direzionale di società quali Telecom Italia, Microsoft Italia, Oracle Italia, Siemens Medical Solutions, Poste Italiane e della società editrice Editoriale Novanta S.r.l. con deleghe di sviluppo. Azionista e presidente con deleghe operative de Il Centro S.p.A., società editrice del quotidiano regionale d’Abruzzo Il Centro. È stato azionista del primo periodico nazionale italiano nel settore ICT, il Corriere delle Comunicazioni e dell’agenzia stampa Dire. Inoltre, Alberto Leonardis è stato membro del comitato territoriale di Banco BPM.
I piani della SAE
Con l’intento di diventare “uno tra i principali attori del mondo dell’editoria attraverso la realizzazione di prodotti editoriali unici, volti a diventare punti di riferimento nel settore per autorevolezza, affidabilità e puntualità di informazione, il Gruppo SAE – afferma nel suo sito – punta ad entrare in maniera strutturale nel mondo dell’Editoria Digitale, guadagnando quote di mercato ed aprendo nuovi asset strategici di sviluppo: una Scuola di Alta Formazione in giornalismo digitale, in collaborazione con le Università del territorio e le Istituzioni regionali e locali; un Centro di produzione di contenuti multimediali, che avrà come interlocutori i grandi player, nazionali e internazionali, dell’informazione e dell’entertainment news e un Digital Media Found, che sarà incubatore e acceleratore di start-up innovative nel campo dell’editoria digitale”.
Il futuro della Nuova
Ora nell’Isola e in particolare a Sassari si attendono gli sviluppi riguardo al riassetto della testata sassarese, alla riorganizzazione della redazione e al piano di consolidamento e di rilancio dopo un lungo periodo in cui sono calate le vendite e la pubblicità e la Nuova ha subìto i pesanti riflessi della crisi della carta stampata. Il pluralismo dell’informazione e soprattutto il confronto tra i due quotidiani storici e ultrasecolari della Sardegna, rappresenta un patrimonio culturale, economico e sociale fondamentale per tutti i sardi, a garanzia della democrazia, della politica e delle libertà costituzionali.