La corazzata Potemkin sempre attuale

Restaurato il grande film di Sergej Eisenstein

<<La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca>>. Bastò una sola fulminante battuta per far diventare un eroe il ragioner Ugo Fantozzi e per frantumare il mito di generazioni di cinefili. Fu la rivolta dell’impiegato simbolo, costretto a vedere per l’ennesima volta il capolavoro muto del grande regista russo Sergej Eisenstein nel cineforum (obbligatorio) dell’azienda mentre fuori tutti guardavano una spettacolare partita dell’Italia contro l’Inghilterra. Un gesto clamoroso come una vera rivoluzione, la vittoria del travèt che trova il coraggio di sollevare la testa e di gridare la sua protesta nei confronti dei capi-dittatori impersonati nel sadico conduttore del dibattito. Una memorabile sequenza del secondo “tragico” film del ragioniere più famoso d’Italia, che consacrò la vis comica di attore e di scrittore di Paolo Villaggio.

Negli anni Sessanta-Settanta il cineforum era un luogo di ritrovo di studenti, intellettuali e appassionati che nei fumosi e scomodissimi cinemini potevano vedere i film più impegnati e rari perché “censurati” dal monopolio della distribuzione. Il dibattito, a conclusione della proiezione, era il momento culminante della serata quando ci si riprendeva un po’ dalla sonnolenza o dalle emozioni del film per dare sfogo a interminabili discussioni. Dall’esegesi critica allo scontro politico, tra un pubblico all’epoca culturalmente preparato quanto altamente ideologizzato, il passo era breve. Il Sessantotto e il Settantasette avevano lasciato i segni in quei giovani che venivano fuori dalle rivolte studentesche e di piazza. Il cineforum a lungo fu considerato un porto franco dove si imparava a “leggere” i film, a discutere e a farsi un’opinione.

Le classi dirigenti dell’ultimo trentennio sono nate in quei cineforum, dove si sono formati docenti, giornalisti, operatori culturali, politici e amministratori pubblici. In quegli anni, parlando di Cagliari che poteva vantare quattro o cinque associazioni cinematografiche, c’erano anche ottimi “maestri” quali gli indimenticati Fabio Masala (dirigente della società Umanitaria) e Giuseppe Podda, eccelso cronista e raffinato critico al quale l’Aipsa ha dedicato un libro appena uscito a cura di Gianni Fresu. Non a caso entrambi estimatori di Eisenstein.

 

“La corazzata Potemkin” e l’intero ciclo dei sette film girati dal regista russo (da “Sciopero“ a “Viva Villa“) negli anni ’20-’40 erano la Bibbia dei cinefili che conoscevano a memoria ogni sequenza. Sino a quella battuta di Fantozzi e ad un’altra esilarante scena di un regista-attore di sinistra come Nanni Moretti che diede il colpo di grazia ai cineclub mostrando un solitario spettatore che invocava, disperato, il dibattito nella saletta ormai vuota.

Oggi si riparla della “Corazzata Potemkin” perché va nelle sale la pellicola nella versione originale mirabilmente restaurata dalla Cineteca di Bologna, grazie alle tecnologie del digitale. E la tv (il canale tematico Iris) lo ha riproposto di recente in prima serata. Il film racconta l’ammutinamento dell’equipaggio della corazzata zarista durante la rivoluzione del 1905. Fu commissionato dai leader bolscevichi ad Eisenstein nel 1925 per celebrare la successiva rivoluzione dell’Ottobre del 1917. E il grande regista, pur con pochissimi mezzi, riuscì a creare un capolavoro della storia del cinema, sicuramente pensato come opera di propaganda del regime sovietico, ma con tutti i crismi dei migliori film d’azione americani.

Il famoso massacro sulla scalinata di Odessa, la carrozzella col bambino che precipita, il volto terrorizzato della madre e altre celebri scene, sono così citate che probabilmente molti spettatori hanno visto prima la parodia fantozziana dell’originale. Villaggio non voleva distruggere il film quanto la liturgia mummificata del cineforum. La “Corazzata” è sempre un grande film, spettacolare e appassionante come un “western” di John Ford. Da non perdere.

Fonti:

Da L’Unione Sarda, 02.11.2017

Copyright©2018 www.CarloFigari.it - Privacy Policy - Cookie Policy