La storia di Sardegna Uno ha vissuto diversi periodi: i primissimi anni del pionierismo (1984-1986); il progetto di competere con Videolina puntando al sorpasso e quindi avviando una vera “campagna acquisti” di giornalisti e tecnici; il lancio dei Tg che venivano trasmessi anche la domenica; la conduzione di Sandro Angioni; la creazione di una redazione di giovani e giovanissimi redattori pieni di entusiasmo e qualità. Tutto questo in un biennio (1986-1988) che porta Sardegna 1 alla ribalta regionale. In quel periodo oltre il fondatore Paolo Ragazzo, viene fuori un’altra figura di imprenditore con la passione dell’editoria, Sergio Zuncheddu, con le sue prime esperienze nel settore. Ma il periodo d’oro si consumerà in appena un biennio, con i conti che non quadrano più e lo stop agli investimenti. Il periodo della luna di miele con la redazione ben presto finisce. Dopo Angioni faranno una breve comparsa altri direttori, quali il ligure Raimondo Lagostena e l’esperto Piercarlo Carta, vicino per amicizia e parentela al dottor Ragazzo, per cercare di salvare una situazione ormai fuori controllo. Ma la prima vita di Sardegna Uno è all’epilogo e presto Ragazzo passerà la mano all’imprenditore ogliastrino Giorgio Mazzella, uno dei più attivi e capaci operatori del turismo sardo con ambizioni politiche e molte amicizie nei posti che contano.
Il giornalista Giacomo Serreli, che in questo sito sulla storia del giornalismo in Sardegna, trova spazio con altri interessanti post (si veda il link), ha scritto questa testimonianza che farà parte di una prossima pubblicazione su mezzo secolo di radio-televisione nell’Isola. In anteprima pubblichiamo il suo ricordo di quel biennio (1986-1988) che ha vissuto intensamente con inediti particolari su personaggi e vicende.
Sardegna Uno (1986-1988)
«Da metà anni Settanta l’editoria suscita l’attenzione di altre figure di imprenditori a Cagliari. Non c’è solo Nicola Grauso insomma a esser riuscito con successo a creare realtà importanti come Videolina e Radiolina e successivamente ad acquisire il quotidiano L’Unione Sarda.
C’è un medico chirurgo, Paolo Ragazzo, originario di Sant’Antioco e scomparso a 86 anni nel gennaio del 2011, con interessi nelle cliniche private (sue la Maria Lay e la Maria Ausiliatrice a Cagliari) e nel settore turistico alberghiero persino a Londra e a Villasimius con il Timi Ama. Ma dopo la medicina la sua grande passione è proprio quella dell’editoria tanto che fu lui a propiziare la nascita a Cagliari di un secondo giornale per intaccare la posizione dominante de L’Unione Sarda. Era “Tuttoquotidiano” (si veda il link) che si presentò il 12 luglio del 1973 con una grafica moderna, l’introduzione del colore, inchieste e campagne di un certo peso. Poi la crisi dal 1976 con l’affidamento degli impianti e della testata ad una cooperativa di giornalisti e tipografi, e il 27 settembre del 1978 la fine delle pubblicazioni.
Il via nel 1984
Paolo Ragazzo ritenterà con la televisione costituendo nel 1982 l’atto per una società che chiamerà Sardegna Uno, emittente che comincerà l’attività solo nel 1984 trasmettendo da villa Mibelli di sua proprietà, a Cagliari, coprendo con il segnale l’area metropolitana, l’iglesiente e la provincia di Oristano.
Almeno fino al 1986 quando si fonde con Tele Sardinia dell’imprenditore di Burcei Sergio Zuncheddu, anche lui animato da forti interessi per il settore dell’editoria.
L’incontro con Zuncheddu
Io stesso a metà anni Ottanta fui contattato da Sergio Zuncheddu che, mi pare di ricordare mi ricevette nello studio allestito in via Mameli, mi parlò dei suoi progetti per la creazione di una televisione competitiva, con una struttura destinata all’informazione che mi chiedeva in sostanza di mettere in piedi e coordinare. Mi colpì il fatto che parlava dei suoi ambiziosi piani illustrandoli anche con disegni e schemi scrivendo con un pennarello nero su una grande lavagna bianca. Restai ad ascoltare ma alla fine declinai quell’importante invito, denso di responsabilità, per continuare la mia attività giornalistica a Videolina dove avevo fatto rientro da alcuni anni dopo l’esperienza a cavallo tra fine Settanta e primi Ottanta a La Voce Sarda. Dunque nel 1986 Paolo Ragazzo e Sergio Zuncheddu uniscono le loro forze, e i loro investimenti, per dare vita a Sardegna 1 andando a raggiungere così la copertura dell’intera Sardegna, mediante una più efficiente rete di impianti ripetitori.Nell’estate di quel 1986 comincia la campagna per il reclutamento del personale giornalistico e tecnico che dovrà dare gambe alla nuova emittente che realizza i suoi studi nella via Venturi nei locali che una volta ospitarono “L’Altro Giornale”, quotidiano dalla vita effimera nelle edicole dal 16 luglio 1981 al 30 marzo del 1983.
Campagna acquisti
A coordinare questa operazione c’è Sandro Angioni, che mi contatta proponendomi il trasferimento in questa nuova realtà nella quale dovranno essere coinvolti altri dipendenti di Videolina. Tutta questa fase viene condotta nella massima riservatezza. Ricordo che furono organizzate alcune riunioni strategicamente nell’Oristanese dove potersi incontrare anche con altri colleghi del nord dell’isola che dovevano far parte della squadra giornalistica. Furono per me momenti di grande tensione e riflessione perché si trattava di compiere un passo estremamente importante e anche denso di incognite anche se il progetto Sardegna 1 era particolarmente allettante. Non tanto sul piano di un certo miglioramento nel trattamento economico, visto il passaggio di qualifica a capo redattore, quanto nell’allestimento di una rete capillare di redazioni, con moderni mezzi tecnologici frutto di consistenti investimenti da parte della proprietà.
A questa si aggiunga che da tempo si andavano cercando nuovi stimoli nel lavoro giornalistico per cui il passaggio a una nuova emittente poteva rappresentare un sano cambio di passo. Videolina alla fine venne a conoscenza di questa operazione e una notte, rientrando da una delle nostre “segrete” riunioni, trovai sotto casa mia lo stesso Nicola Grauso che mi chiese conto di quelle voci arrivate anche a lui. Fu come facile capire un momento di grande imbarazzo per me e l’editore, con il quale avevo un ottimo rapporto, mi aveva poi voluto incontrare ancora per farmi desistere dall’accettare quella nuova avventura.A uno di questi incontri nella palazzina de L’Unione Sarda partecipò anche Alberto Rodriguez, una delle firme di maggior prestigio del giornale e grande e raffinato conoscitore del jazz, poi scomparso nell’agosto del 1999 a 58 anni. Con lui mi sarei di nuovo incrociato nella mia breve esperienza in Polonia ancora con Nicola Grauso.
Tutti i nomi della nuova avventura
Ma le decisioni erano state ormai adottate e dalla mia disponibilità al nuovo progetto dipendeva anche quella di apprezzate e competenti figure tecniche di Videolina, pronte a seguirmi a Sardegna 1. Fu così che l’8 ottobre del 1986 presentai nelle mani dell’amministratore di Videolina Paolo Campana la mia lettera di dimissioni con decorrenza immediata dal giorno dopo. Dal 15 ottobre entrai alle dipendenze di Sardegna 1 con la qualifica di capo redattore.
Alla mia lettera si sarebbero aggiunte anche quelle dell’operatore Sandro Crisponi, dei tecnici di montaggio Angelo Caredda e Gigi Perra; e nel lotto del primo nucleo di redattori confluiranno anche Nicola Scano, Maria Luisa Busi, Cesare Corda, Fiorella Ferruzzi, Vera Coppa, Puppo Gorini, Gianni Zanata, Ignazio Artizzu, l’operatore Antonio Garrucciu. All’interno della nuova azienda televisiva ritrovai altre persone a me ben note come Michele Rossetti o alla direzione generale Lorenzo Lorenti, che aveva per questo lasciato il suo incarico di dirigente all’Alisarda. La struttura giornalistica fu estesa con la creazione di apposite redazioni a Sassari, Nuoro, Olbia, Oristano affidate rispettivamente a Angelo Fancello, Giorgio Mustaro, Augusto Ditel, Roberto Petretto con l’inserimento di altri tecnici e operatori come Maurizio Carta a Sassari, Pilou Goeders, un ragazzo di origine belga a Olbia, Pierfranco Sanna a Nuoro. La squadra è insomma pronta a entrare in azione ma i locali di via Venturi sono ancora un cantiere dove si lavora per l’allestimento di studi e regie. E in quel mese di ottobre, prima di immergerci nel pieno del nuovo lavoro, io e Nicola Scano fummo gratificati dall‘editore dall’offerta di un viaggio di pochi giorni a Vienna. I primi mesi trascorsi a Sardegna 1, durante i quali non mancarono anche ripetute visite di Paolo Ragazzo, particolarmente affabile con tutti noi, sono così destinati all’approntamento di qualche numero zero e alla creazione di un minimo di archivio di immagini filmate e di diapositive.
Il primo TG nel 1987
Il telegiornale, meglio “Sardegna 1 Giornale”, fa il suo debutto solo il 6 gennaio del 1987. Tutti gli sforzi e le energie vennero profusi per confezionare un notiziario di qualità e pertanto nel periodo di mia permanenza a Sardegna 1 non furono realizzate altre produzioni o programmi. Anche se l’emittente si organizzò per assicurare dirette di importanti feste identitarie come Sant’Efisio da Cagliari, la Cavalcata sarda da Sassari, l’Ardia da Sedilo dove Cesare Corda coniò l’espressione “dal catino infuocato di San Costantino”. Il mio incarico di capo redattore comporta una presenza costante in redazione per la confezione del tg, il coordinamento del lavoro dei colleghi oltre che turni di conduzione del notiziario. Scarsi spazi quindi in quella fase iniziale, vissuta quasi in apnea, per la realizzazione di servizi esterni. L’avvento del nostro telegiornale è salutato con grande simpatia e ottiene immediatamente riscontri anche perché fa emergere una particolare cura nel montaggio dei servizi. E riesce anche a piazzare subito qualche colpo giornalisticamente di rilievo.
Cesare Corda inviato in Sudan
Cesare Corda, per esempio, con l’operatore Antonio Garrucciu, realizzò un tormentato reportage nell’Africa occidentale, da Karthoum in Sudan, per poter incontrare Dino Marteddu, l’operaio di San Vito impegnato nella realizzazione di un acquedotto nel nord dell’Etiopia con la Salini che era stato rapito nel dicembre del 1986 da un gruppo di guerriglieri in lotta con il leader etiopico Menghistu. Fu liberato nel febbraio successivo e quella missione consentì a Cesare Corda di aprire altre prestigiose collaborazioni con Canale 5 e Arrigo Levi.
Io invece curai un reportage da Roma per l’insediamento del Parlamento che era scaturito dalle elezioni del giugno del 1987. L’obiettivo era quello di raccogliere le impressioni dei nuovi parlamentari sardi ma allora la scena fu rubata anche per noi da Ilona Staller, la pornostar di origini ungheresi che era stata eletta alla Camera con il partito Radicale e che quasi travolse anche me e il mio operatore, Sandro Crisponi, sulla pressione di giornalisti e operatori al momento del suo ingresso a Montecitorio.Rispetto alla precedente esperienza lavorativa di Videolina a Sardegna 1 vennero inserite anche le edizioni domenicali del telegiornale; ci fu la possibilità di ricevere con idonei ponti di trasferimento i contributi filmati e i servizi dalle redazioni periferiche. Con la redazione di Sassari venne anche approntato un collegamento diretto video, opportunità che neanche Videolina era riuscita sino ad allora a cogliere.
L’alleanza con Odeon TV
Dal 6 settembre del 1987 intanto Sardegna 1 si affiliò alla syndication Odeon TV e già emergevano le prime difficoltà a sostenere il passo entusiastico dell’avvio, stanchezze e una certa resistenza della proprietà a effettuare ulteriori investimenti per il miglioramento della struttura e reggere il confronto con Videolina che, scossa da una concorrenza sino ad allora quasi sconosciuta, era ovviamente corsa ai ripari. Si era così aperta una vertenza durissima con la proprietà con la quale ero io a confrontarmi nelle mie vesti anche di fiduciario della redazione, incarico assunto il 9 ottobre del 1987. Il 12 e il 13 novembre del 1987 si tenne a Cagliari, promossa dall’assessore regionale Fausto Fadda, la prima conferenza regionale sui problemi dell’informazione. Intervenni a nome della redazione rilevando come proprio in quei giorni fosse ripresa l’emissione del telegiornale di Sardegna 1 dopo tre giorni e mezzo di oscuramento deciso dalla proprietà. “Oggi, purtroppo – affermavo – dobbiamo amaramente constatare che “Sardegna 1 Giornale” ha forse esaurito anticipatamente il suo compito, trovandosi travolto da quel piano di risanamento e contenimento dei costi imposti all’azienda da una gestione che avrebbe determinato un pericoloso accumularsi di passivi”.
I segni della prima crisi
L’affiliazione a un circuito nazionale aveva penalizzato ulteriormente l’informazione relegando i telegiornali in orari poco accessibili al grande ascolto. Durante l’estate di quell’anno era stata anche sospesa l’edizione domenicale del telegiornale. Per inciso, ad aggravare la situazione complessiva dell’informazione nell’emittenza televisiva privata, si era aggiunta contemporaneamente la cancellazione dei telegiornali di un’altra piccola emittente cagliaritana, Odeon Tv.
A Sardegna 1 c’era stato un drastico ridimensionamento degli organici accompagnato dalla richiesta di realizzare quattro edizioni quotidiane del telegiornale con un piano di riorganizzazione del lavoro che a mio avviso poteva solo portare all’impoverimento dell’informazione e alla realizzazione di prodotti qualitativamente scadenti. Anche la direzione di Sandro Angioni fu messa in discussione e alla guida del telegiornale si alternarono successivamente Raimondo Lagostena, proveniente da esperienze professionali a Genova, e nell’ultimo periodo della mia permanenza anche Piercarlo Carta, che in quei luoghi aveva visto nascere il quotidiano da lui diretto cioè “L’Altro Giornale”. Tutte condizioni che avevano spento il mio entusiasmo iniziale nell’essere partecipe attivo di questa nuova realtà nel panorama televisivo locale. All’interno di Videolina stava intanto maturando un discreto e semi sotterraneo movimento di pressione, se così posso definirlo, perché potessi essere riaccolto in quella redazione.
L’avere mantenuto ottimi rapporti con Nicola Grauso, con il quale a novembre del 1987 avevo avuto modo di scambiare alcune riflessioni a margine di un incontro avuto con lui dal direttivo dell’associazione della stampa sarda, l’organismo sindacale dei giornalisti, di cui io facevo parte, e il fatto che comunque fossi andato via da Videolina senza sbattere la porta mantenendo un cordiale legame con tutti i colleghi della redazione, furono elementi che contribuirono a farmi uscire da quella situazione di delusione e di quasi mortificazione professionale. Dopo ulteriori colloqui col direttore Bepi Anziani maturarono le condizioni perché potessi rientrare a Videolina a distanza di due anni dal mio secondo abbandono dell’emittente. Il 15 ottobre del 1988 rassegnai così le dimissioni da Sardegna 1 che decorrevano due giorni dopo, il 17 ottobre, quando scattò contemporaneamente la mia nuova assunzione a Videolina dove l’amministratore delegato Paolo Campana, uomo di grande simpatia e umanità, scomparso nel marzo del 2017, mi accolse con un incarico contrattuale di capo servizio.
Per inciso lo stesso Paolo Campana divenne direttore di Sardegna 1 nel 2004 quando fu definito il passaggio di proprietà dell’emittente da Paolo Ragazzo all’imprenditore e presidente di Banca CIS Giorgio Mazzella e alla moglie Angela Maria Scanu. Dopo un breve periodo di quarantena senza che apparissi in video, tornai a essere parte integrante e pienamente operativa della redazione del Telegiornale Sardo ancora sotto la direzione di Bepi Anziani».