Nel decennale della morte di Fabio Maria Crivelli, il suo maggior biografo Gianfranco Murtas ha pubblicato un lungo articolo sul sito giornalia.com che – dice l’autore – come una “preghiera laica”, tratta di lui sotto vari aspetti, e presenta una serie di suoi scritti sul 25 aprile.
Riportiamo l’incipit dell’articolo che è un appassionato ricordo di quel grande giornalista, saggista e drammaturgo che fu Crivelli, tra i protagonisti della scena sarda per oltre mezzo secolo, considerando i 24 anni di direzione del principale quotidiano regionale e poi la costante collaborazione al medesimo con i suoi settimanali editoriali o di critica televisiva. Dentro il giornale fu un autorevole osservatore e commentatore delle vicende politiche, sociali ed economiche dell’Isola, al di fuori – andato in pensione sessantenne – ha continuato sino all’ultimo a scrivere i suoi puntuali e preziosi editoriali.
Gianfranco Murtas, appassionato studioso di Cagliari e del suo passato, è un ricercatore unico nel suo genere, con una grande capacità di setacciare le fonti alle origini (in particolare dei giornali e dell’Unione Sarda di cui custodisce migliaia di copie e fotocopie della collezione storica). Vastissima ed importante la sua produzione pubblicistica e saggistica, con un unico difetto “tecnico” che rende difficile la divulgazione dei suoi testi: l’abbondanza della scrittura che necessita di ampi spazi (ormai inesistenti sui quotidiani) per illustrare l’ampio materiale ritrovato e sviluppare il racconto. Il web, con i suoi spazi illimitati, gli offre nuove possibilità per la sua generosa opera di storico. E a un sito ha affidato il suo ricordo di Crivelli.
Fabio Maria Crivelli nel decennale della morte. Il suo 25 aprile…la memoria dei campi di prigionia, le nuove responsabilità repubblicane
L’articolo di Gianfranco Murtas su giornalia.com
Siamo arrivati al decennale della dolorosa morte di Fabio Maria Crivelli, storico direttore de L’Unione Sarda. Ne aveva raccolto la responsabilità dalle mani di Antonio Ballero, decano della redazione e provvisorio reggente, dopo la improvvisa cessazione dal servizio di Giulio Spetia che aveva diretto il giornale dal 1946 e per otto anni di filato. La testata – a 65 anni dal suo lancio avvenuto quando Crispi era a capo del governo e Bacaredda, l’odiato Bacaredda (odiato dai cocchiani fondatori del giornale s’intende, ma poi anche dai socialisti e dai radicali di Cao “anima nera” dei moti del 1906), a Palazzo di Città – Crivelli l’aveva conosciuta prima ancora dell’arrivo a Cagliari nell’ultima settimana di dicembre del 1953. Allora, nelle funzioni di redattore capo de Il Giornale d’Italia, doveva anche collocare nella foliazione, e supervisionare, di quell’importante quotidiano nazionale, la pagina sarda: una pagina che rimontava agli anni della grande guerra e che già da allora il grande Bergamini aveva intuito essere uno strumento rilevante per promuovere una certa fidelizzazione dei lettori e insieme, però, marcare sul territorio particolare l’influenza di un definito patronato politico filo-o-antigovernativo, a seconda delle situazioni (antigiolittiano, esso sosteneva dapprincipio le posizioni della destra monarchica di Sonnino e Salandra)….
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Chi è Gianfranco Murtas
Cagliaritano, storico e saggista. Ha pubblicato un’ottantina di saggi sui cruciali passaggi della vicenda sociale e politica regionale (post Risorgimento, giolittismo, massoneria, antifascismo, democrazia repubblicana ed autonomistica), numerosi studi sulla Chiesa sarda, sui suoi maggiori esponenti e sulle attività di soccorso e promozione umana sostenute dalle istituzioni ecclesiali: fra essi Papa Roncalli e la Sardegna, Una voce nel Chorus, Da Chorus a Cresia, Il Vangelo, la Chiesa e la Sardegna: un’esperienza di vita (conversazione con monsignor Pier Giuliano Tiddia).