Egidio Pilia, il giornalista e il sardista

La biografia di un intellettuale militante

 

Marcello Tuveri, storico e studioso della Sardegna dalla Grande guerra all’Autonomia regionale, da molti anni segue le vicende del sardismo, dalla tormentata nascita del Psd’Az all’affermazione politica nella Sardegna di oggi. Tra i numerosi filoni analizzati, Tuveri ha dedicato saggi e articoli alla stampa sardista che ebbe ben tre quotidiani in contemporanea tra il 1918 e il 1921. Tra i personaggi che lo hanno affascinato per l’impegno intellettuale, politico e giornalistico, spicca Egidio Pilia, che fu tra i fondatori e direttore del Popolo Sardo (di cui parliamo nel precedente post di questo sito). All’intellettuale di Loceri, con la collaborazione di Ivo Murgia, Tuveri ha dedicato una monografia “Egidio Pilia”, pagg. 48, quattordicesimo volume della collana sull’identità sarda per i tipi di Alfa Editrice.  

Un altro saggio sulla biografia di Pilia a firma di Tuveri compare nella collana “Scrittori sardi”  del Centro di Studi Filologici Sardi. La collana si propone di raccogliere, in una summa il più possibile unitaria ed organica, le opere composte dagli intellettuali sardi: non poteva mancare dunque il ricordo di un personaggio che dopo un inizio di vicinanza al fascismo in chiave sardista, si era via via allontanato diventando un oppositore e un perseguitato. Tuveri, con il volume di “Alfa Editrice” e il saggio del Centro, restituisce il ritratto a tutto tondo del personaggio che – come dice lo studioso – meriterebbe ben altra conoscenza e fama, mentre la sua figura è ignorata dai giovani e dimenticata da molti studiosi. Quindi a Tuveri va il merito di aver dato alle stampe queste pubblicazioni che ricordano il valore dell’uomo, del politico e del giornalista che pubblicò numerosi articoli, fondò riviste e un quotidiano, lasciò interessanti scritti sul tema del sardismo. Di seguito pubblichiamo il racconto che ne fa Tuveri, rimandando a più approfondite letture e ulteriori studi, a partire dal quotidiano Popolo Sardo che fu una voce coraggiosa nell’immediato primo dopoguerra.

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Egidio Serafino Antonio Pilia nasce a Loceri il 22 ottobre 1888 dal dottor Battista Pilia, possidente e segretario comunale, e da Anna Loi, donna di casa. È il  figlio primogenito di una famiglia numerosa. Frequenta le scuole elementari al suo paese, che conta poco più di mille abitanti, le scuole medie al Seminario di Tortolì e poi al Liceo classico “Dettori” di Cagliari, dove si diploma con ottimi voti nel 1908. Nel luglio 1912 conclude a Cagliari gli studi universitari con una prima laurea in Giurisprudenza. Esercita per qualche tempo la pratica forense. Regge a scavalco le segreterie dei comuni di Arzana e di Ulassai. Chiamato alle armi frequenta il corso allievi ufficiali di fanteria, ma per le condizioni di salute viene assegnato alla milizia territoriale. Presta servizio in diverse sedi (Ozieri e Isola dell’Asinara).

A Firenze frequenta un corso di specializzazione in psicologia e qui conosce il filosofo Giovanni Gentile. Per ben due volte da ufficiale di complemento chiede di essere inviato al fronte. Sottoposto a visita medica, le sue domande vengono respinte, ma un ordine del giorno del Comandante del Corpo di armata di Firenze ne addita l’esempio di dedizione alla opinione pubblica. È una circostanza che, congedato, gli consentirà di essere accettato nel movimento dei combattenti perché, secondo il gergo del tempo, non era stato un imboscato.  Da ufficiale esordisce come pubblicista con articoli di guerra, il primo dei quali ha per titolo “Scaturigine della nostra forza” (“Il Giornale d’Italia”, 1915).

Nasce il Popolo Sardo

Appena congedato partecipa attivamente alla nascita del movimento dei combattenti e del Partito Sardo d’Azione (PSd’A). Il suo protagonismo nella battaglia per l’autonomia della Sardegna trova eco in un’attiva collaborazione al periodico “Popolo sardo”, fondato da Filiberto Farci, Michele Saba e Giuseppe Musio. Al giornale, definito protosardista, Pilia collabora svolgendo attività redazionale e pubblicando articoli su problemi economici e sociali. Filiberto Farci lo ricorderà come “uno spilungone dalla faccia olivigna, dalla espressione trasognata di asceta […] possedeva qualità superiori: vivido intelletto maturato in severi studi giuridici e filosofici, vasta preparazione universitaria, limpida e rettilinea dirittura morale. Era improntato ad una in essibile fermezza”. (1)

Numero unico di “Sardissima”

Egidio Pilia e Filiberto Farci fonderanno la rivista “Sardissima, rassegna mensile di lettere, politica ed economia”, di cui venne stampato un solo numero nel 1920.

Mussolini rifiuta la candidatura

Intanto, nel 1918, Pilia aveva conseguito una seconda laurea in Filosofi a all’Università di Roma: tale materia insegnerà al Liceo “Dettori” di Cagliari. Protagonista sin dalle origini del movimento dei combattenti, è convinto della necessità di contrastare il vecchio ceto politico isolano con la candidatura alle lezioni politiche del 1919 di un grande nome. La scelta per la lista Elmetto, e per il collegio di Lanusei, cade su Benito Mussolini che guida la prima fase rivoluzionaria del fascismo e progetta riforme di carattere istituzionale, economico e sociale. Mussolini rifiuta per ben due volte. Da tale rifiuto nasce la candidatura di Paolo Orano: la scelta, che si rivelerà ben presto infelice, era accettata da Emilio Lussu che, pur essendo il più prestigioso esponente del combattentismo sardo, non aveva ancora l’età per poter essere candidato.

Il primo saggio

Nel 1920 Pilia pubblica il suo primo saggio,” L’autonomia sarda. Basi limiti forme”. Nel congresso del PSd’A che si tiene a Oristano (16-17 aprile 1921) viene eletto componente del Direttivo regionale; svolgerà un’intensa attività politica, senza trascurare gli studi e la pubblicazione di articoli e saggi.

Il 1° luglio 1922 dichiara di non voler più collaborare con “Il Solco”, e non è presente al III Congresso del PSd’A che si tiene a Nuoro il 29 ottobre 1922, cioè il giorno dopo la marcia su Roma dei fascisti. Prende invece parte alle trattative per un accordo tra il PSd’A ed il Partito Nazionale Fascista. In un dialogo epistolare, che riprende quello avuto nel 1919 con la proposta di can-didatura, Mussolini lo informa che avrebbe inviato in Sardegna, come prefetto di Cagliari, il generale Asclepia Gandolfo. Sono le premesse sulle quali, non senza contrasti, maturerà l’adesione dei sardisti al fascismo: Egidio Pilia non è tra i primi che, nel febbraio del 1923, aderiscono al PNF; prenderà la tessera nell’aprile, senza assumere alcun incarico né accettare candidature.

Al Giornale di Sardegna

La sua collaborazione si limiterà ad alcuni articoli sul quotidiano “Il Giornale di Sardegna” che appoggia la linea  filo-fascista dei sardisti passati al PNF. Gli anni Venti sono piuttosto per lui un intenso periodo di studi e di pubblicazioni culminate ne “La letteratura narrativa in Sardegna” (1926) e “Lucifero da Cagliari” e la “Filosofia sarda medievale” (1929). I suoi interessi per la storia della Sardegna vanno dalle ricerche sui diversi momenti significativi della vicenda isolana alla illustrazione di  figure di rilievo come Domenico Albero Azuni, Carlo Buragna, Gianfranco Fara, Gian Paolo Marat. Scriverà sulla dottrina della sovranità nella polemica Gioberti-Tuveri, sulla dottrina del tirannicidio in “Lucifero da Cagliari” e più in generale sulla filosofia sarda medioevale.

Tra letteratura e filosofia

L’interesse per la letteratura della Sardegna e la sua storia lo spingerà a recensire le opere dei romanzieri del suo tempo; scriverà sulla poesia sociale di Sebastiano Satta e su Salvatore Farina. Ma l’opera che più lo qualifica in questo campo è La letteratura narrativa in Sardegna che costituisce, dopo gli scritti del Siotto-Pintor nel primo Ottocento, un importante contributo di originalità interpretativa.

Pilia pubblicista

Si dedica anche ad altri studi di carattere filosofico, antropologico ed erudito che sono rimasti inediti. Non meno signicativa è la sua attività giornalistica. Un cen-simento sicuramente incompleto indica una produzione di oltre sessanta articoli. Tra questi, molti sono dedicati all’approfondimento economico, giuridico e culturale dell’autonomia. Titolare di cattedra nel Liceo “Dettori” di Cagliari, dopo il tempestoso periodo della fusione di una parte dei sardisti col Partito Nazionale Fascista, in seguito al suo dissenso col regime dominante viene trasferito per punizione al Liceo di Melfi  (Potenza). Ritornato a Cagliari, nel novembre 1926 è espulso dal PNF e arrestato “per misura di pubblica sicurezza”.

Da sardofascista a perseguitato

Non potrà più insegnare e ritornerà all’antica pro- fessione di avvocato, ma, data la sua pericolosità poli- tica, gli viene consentito di esercitare soltanto presso il Tribunale di Lanusei, il più vicino al luogo di nascita. Negli anni successivi subirà la persecuzione della dittatura con minacce, provocazioni, carcerazioni, percosse. Continuerà a testimoniare le sue idealità con gli scritti, sempre più radi, e con l’attività di avvocato esercitata con professionale rigore morale. Il nutrito fascicolo personale della Questura di Nuoro dà conto di due lustri di “domicilio coatto” a Lanusei, mentre la famiglia risiedeva a Cagliari. Il fascicolo fornisce inoltre notizie del suo ruolo di animatore di un piccolo gruppo di professionisti antifascisti in Ogliastra (Anselmo Contu, avvocato; Vincenzo Loddo, medico, Antonio Pirastu, farmacista). Ricoverato a Roma, per una grave forma di calcolosi renale e di nefrite, muore il 27 luglio 1938.

Di lui, pur nella diversità dei punti di vista, il canonico Raimondo Bonu scrisse parole che possono ancora oggi essere considerate come un cavalleresco giudizio di sintesi: “Egidio Pilia non fu mai partigiano nell’insegnamento scolastico; in  filosofia a ebbe tendenze deterministiche, limitando fortemente il libero arbitrio; nella storia ecclesiastica trascese a qualche apprezzamento affrettato e incorse in qualche anacronismo. […] Il Pilia è autore di vari scritti, di freschezza e dottrina assai notevoli. […] Con benemerita passione colmò una vasta lacuna negli studi sardi, dando l’analisi sistematica del romanzo, riportandone le vicende, riconoscendo nei nostri primi romanzieri non gli autori di creazioni artistiche, ma i fedeli riproduttori e fotografi  dei costumi e dei sentimenti della propria epoca, infine arrivando alla felice conclusione di evitare uno scritto di pura estetica con il suo rischio di lavoro sciatto e formale e di ricercare «nell’opera d’arte quella verità umana, di cui essa era il segno e la rivelazione»”. (2)

In uno scritto autobiografico Egidio Pilia disse di sé: “Borghesemente povero, senza fame e senza freddo, ho fatto la strada della vita a più tappe, col viatico di una fede e di una costanza che mi danno a sperare ancora molto; ho a lato il mio spirito sul laminatoio del dovere e del dolore che l’han reso forte e diritto”. Quando scrive queste parole ha poco più di trent’anni ed è, come lo definisce Giuseppe Fiori, un “giovane studioso di storia” (3) che dedicherà la sua intera esistenza alla causa dell’autonomia sarda.

Note:

1 F. Farci, E. Pilia, Un costruttore della autonomia, in “Il Shardana”, Luglio-Agosto 1947, pp. 3-8.

2 R. Bonu, Scrittori sardi nati nel secolo XIX con notizie storiche e letterarie dell’epoca, Sassari, Gallizzi, 1961, vol. II, pp. 937-938 (con tagli).

3.  G. Fiori, Il cavaliere dei Rossomori, cit., p. 91.

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Le fonti di questo post

 L’autore del saggio: per notizie sulla biografia e l’attività di Marcello Tuveri si veda il post precedente di questo sito. Il PDF del saggio: Egidio Pilia. 

 

Alfa Editrice

Fondata a Cagliari nel 1976, ad opera del giornalista e scrittore Gianfranco Pinna, Alfa Editrice diventa fin dai suoi primi esordi l’emblema di riferimento editoriale per l’ampio fermento culturale che, tra fine anni 70 e inizi anni 80, risveglia in gran parte della Sardegna un’articolata spinta indipendentistica che sfocerà poi nella formazione di una classe dirigente, partitica e di governo:

il link

Attorno alla casa editrice si crea una vera e propria intellighenzia sardista , un gruppo di uomini e donne (da Francesco Masala e Michele Columbu a Placido Cherchi, Giampiero “Zampa” MarrasUgo Dessy, Angelo Caria, Francesco Casula, Gianfranco Contu), capace di elaborare una visione nuova della società sarda, fondata su nuove forme di economia, nuovi scambi interculturali con il mondo, nuovi rapporti con lo Stato Italiano e la piena affermazione della lingua sarda come reale prospettiva di tutela della propria identità dagli assalti della modernità globale. Dopo 40 anni di attività e numerose pubblicazioni, organizzazione di convegni ed eventi,  Alfa Editrice, con sede a Quartu Sant’Elena, continua con impegno nella sua missione culturale.

 

Il Centro di Studi Filologici Sardi

Ha come scopo istituzionale la realizzazione dell’edizione critica dei testi letterari e delle fonti storiche della Sardegna. È questa una finalità imprescindibile, mancando a tutt’oggi per la tradizione scritta sarda un sistema di edizioni e di repertori metodologicamente affidabili e articolati in modo da favorire approcci specialistici e multidisciplinari ai diversi temi e periodi della storia della cultura in Sardegna. A questa attività se ne associa un’altra, convegnistica e formativa, svolta presso l’Università di Cagliari, che ospita attualmente la sede del Centro di Studi Filologici Sardi. Le attività sono interamente sostenute da finanziamenti privati. Tutti i soci sono docenti delle due università di Cagliari e di Sassari e lavorano a titolo gratuito. Attuale presidente è  Paolo Maninchedda, professore ordinario di Filologia Romanza all’Università di Cagliari; Direttrice Patrizia Serra, professore ordinario di Filologia Romanza all’Università di Cagliari. Ecco il link del Centro Studi filologici Sardi.

Il pdf del saggio di Tuveri

– Riferimenti sulla nascita del sardofascismo e su Egidio Pilia, nel blog  “Tre passi avanti” della blogger Silvia Seu (si veda il post presente in questo sito: ecco il link

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