Nella raccolta “Gli archivi della memoria”, collana di fascicoli multimediali realizzata a partire dalla prima decade del duemila dalla sede Rai Sardegna per iniziativa dell’allora responsabile dei servizi giornalistici Romano Cannas, un album con un CD è stato dedicato alla famosa “Radio Brada” nel 2005, poi pubblicato anche sul sito della Digital Library della Sardegna. Questo album faceva seguito al bel volume uscito l’anno precedente (Roma, 2004, edito da Rai-Eri) intitolato “Radio Brada/ 8 settembre 1943: dalla Sardegna la prima voce dell’Italia libera”, sempre a cura di Romano Cannas con la prefazione di Jader Jacobelli.
Nel Cd dell’album “Radio Brada” per gli “Archivi della memoria” compaiono nove brani di vecchie registrazioni per una durata complessive di un’ 1h 16’ 18”. In questa raccolta sono inclusi brani di trasmissioni originariamente incise su supporti fortemente danneggiati per i quali – sottolineano i curatori di Rai Sardegna – si è reso necessario un trattamento di restauro, tramite le nuove tecnologie informatiche e digitali. ll fascicolo che accompagna il CD con le registrazioni dei programmi e delle voci si apre con una presentazione del curatore dell’opera prof. Manlio Brigaglia (si vedano le numerose citazioni sulla figura del giornalista e storico dell’Università di Sassari, presenti in questo sito).
La ricerca e il coordinamento dei documenti sonori è stata realizzata da Cristina Maccioni e Stefania Martis (figlia d’arte, il padre Guido fu tra i primi speaker-giornalisti di Radio Brada e poi anche tra i primi direttore di Rai Sardegna).
All’introduzione seguono nove audio tratti da trasmissioni mandate in onda nel tempo su Radio Sardegna e dai repertori di vecchie registrazioni. Il primo brano intitolato “Radio Brada” è del 1988 con un ampio racconto che, partendo dagli inizi delle trasmissioni radiofoniche nell’Isola, rievoca gli anni della guerra, i bombardamenti di Cagliari, le origini di Radio Sardegna, le canzoni di Fred Buscaglione che diventerà un celebre cantante e musicista con i successi degli anni ’50, l’arrivo degli americani. Il programma fu curato dall’indimenticata Maria Piera Mossa, operatrice culturale della Società Umanitaria di Cagliari e della Cineteca Sarda passata poi alla Rai come regista programmista, in questo lavoro in collaborazione con Maria Grazia Loi. Nel 1988 Mossa realizzò 60 puntate radiofoniche sulla rievocazione della nascita e lo sviluppo della radio nell’Isola, da cui appunto è stata tratta l’antologia di brani scelti per il CD.
La memoria multimediale sulla Digital Library
Più di recente le registrazioni provenienti dall’album del 2005 (si veda il testo nel PDF nel link della DL) e dall’archivio della Rai con altro materiale sonoro e visivo rinvenuto e restaurato nella sede di viale Bonaria, sono state inserite e sono disponibili sul sito multimediale della Digital Library della Regione Sardegna al link Radio Brada .
La sezione della Digital Library su questo argomento attualmente comprende 2 testi, 8 video e 16 audio.
L’introduzione di Brigaglia
«È stato Jader Jacobelli – scrive Manlio Brigaglia nell’introduzione dell’album e racconta nell’apertura del CD – , uno dei più conosciuti giornalisti della radio e della tv italiane, a trovare per Radio Sardegna, e soprattutto per la Radio Sardegna dei suoi primissimi anni, il nome di “Radio Brada”.
“Brada” vuol dire tante cose tutte insieme: che era una radio fatta da uomini che avevano poca esperienza e poche ambizioni tecniche, che era una radio a suo modo selvaggia e primitiva rispetto alle avanzate tecnologie del tempo in cui nacque, soprattutto che era libera come gli animali che crescono – come sono cresciuti in Sardegna per millenni – a pascolo brado.
Una radio che fu libera a dispetto della situazione in cui nacque. Era infatti una radio voluta dal comando militare della Sardegna, messa insieme con due radiotrasmittenti che si trovavano a Bortigali, dove stava il centro direttivo delle forze armate presenti nell’Isola, fatta funzionare e “scritta” da tecnici e giornalisti (magari anche improvvisati, come toccò allo stesso Jacobelli, prelevato dall’antiaerea dell’aeroporto di Elmas e consacrato redattore sul campo) che erano tutti militari anche loro. “La voce dell’Italia libera”, diceva l’annunciatore nella sigla delle prime trasmissioni, che cominciarono, ufficialmente, il 10 ottobre del 1943: l’Italia libera, liberata dall’avanzata degli alleati che risalivano la Penisola, era allora tutta l’Italia che stava sotto la “linea Gustav” su cui si erano trincerati i tedeschi, una diagonale di fuoco che andava dall’Adriatico al Tirreno facendo perno su Montecassino.
Da quel pezzo libero d’Italia che era la Sardegna la radio avrebbe dovuto mandare notizie dei militari che erano rimasti in Sardegna ai loro familiari che stavano nell’Italia occupata dai tedeschi. Ma appena nata, si può dire, la radio allarga quello che oggi si chiamerebbe il suo palinsesto: a poche settimane dall’inizio delle trasmissioni, già prima che nel gennaio del 1944 si trasferisse a Cagliari (ma anche qui, come a Bortigali, lavorando fra le grotte di Tuvixeddu e le vecchie case popolari di Is Mirrionis), la radio trasmetteva ininterrottamente dalle 7 del mattino alle 10 di sera, certi giorni anche con cinque notiziari, ricavati avventurosamente dall’ascolto di altre radio libere del Mediterraneo e dai “lanci” delle agenzie che si potevano intercettare mentre attraversavano l’etere. I “marconisti” stavano all’ascolto 24 ore su 24 e i redattori mettevano insieme i notiziari sulla base di quanto registravano e trascrivevano. Fu così che, ascoltando e interpretando una radio alleata (forse Radio Algeri) che invece che trasmettere messaggi cifrati aveva improvvisamente. cominciato a trasmettere messaggi “in chiaro”, come si dice, messaggi che anche il nemico avrebbe potuto sentire e utilizzare, i giornalisti di Radio Sardegna capirono che se questo succedeva era perché il nemico non c’era più. E Amerigo Gomez trascinò Antonello Muroni davanti al microfono e insieme gridarono: “A voi che ascoltate, la guerra è finita, la guerra è finita”.
Quella straordinaria giornata del 7 maggio 1945 e anche quello straordinario scoop (Radio Sardegna fu la prima al mondo a dare l’annuncio aspettato da milioni di uomini in tutto il globo) sono stati raccontati più volte dai testimoni. E anche da un testimone d’eccezione che fu tra quelli che sentirono Gomez e Muroni e non lo ha più dimenticato: Francesco Cossiga, allora giovane studente nella sua Sassari. Di questa e cento altre testimonianze fu tessuto, nel 1988, un programma rievocativo curato dalla regista Maria Piera Mossa e da Maria Grazia Loi, che alla nascita di Radio Sardegna aveva dedicato la sua tesi di laurea. Da quel programma, che ebbe ben 60 puntate, abbiamo ricavato la breve antologia del cd che era doveroso intitolare, così com’era intitolata quella loro trasmissione, “Radio Brada”: come infatti abbiamo fatto».
Sommario dei contenuti audiovisivi dell’album