Montanelli e la Sardegna

Conferenza al Rotary Club Cagliari (2023)
Rivista del Rotary Club Cagliari - Giugno 2024

Il 23 novembre 2023 ho tenuto una conferenza al Rotary Club Cagliari dal titolo “Indro Montanelli e la Sardegna – Sessant’anni dopo”. Tema dell’incontro gli articoli pubblicati dal grande giornalista toscano per un lungo reportage nell’Isola svolto nel 1963, ai quali dedico i post seguenti di questo sito. Il mio intervento è riassunto nell’articolo pubblicato nell’ultimo numero della rivista “Rotary Club Cagliari”, edita periodicamente dal prestigioso e storico sodalizio cittadino e uscita (n. 1/4) nel giugno 2024 sia nel sito  (vedi il link) sia in elegante formato cartaceo.

Per gentile concessione della testata (direttore responsabile Francesco Birocchi) qui proponiamo il mio testo. Nella foto a fianco la copertina della rivista.

Il grande giornalista in Sardegna

Dal nostro inviato Indro Montanelli

di Carlo Figari

Parlare di “Indro Montanelli e la Sardegna” a una conferenza del Rotary è stata un’esperienza interessante perché, con l’eccezione di un paio di soci, nessuno conosceva i suoi trascorsi sardi e soprattutto l’inchiesta sull’Isola pubblicata nel giugno del 1963 dal Corriere della Sera. Ed è stata una vera sorpresa per i presenti ascoltare la lettura dell’articolo che il più grande giornalista italiano del secolo scorso scrisse e “donò” al quotidiano di Cagliari per annunciare l’inizio del suo reportage. Uscì il 20 maggio in prima pagina de L’Informatore del Lunedì, il numero settimanale sportivo de L’Unione Sarda. Un vero scoop, che riempì d’orgoglio il giornale cagliaritano che poté ospitare una firma così importante. 

Direttore era Franco Porru, vicedirettore dell’Unione all’epoca guidato da Fabio Maria Crivelli. Avere come editorialista Montanelli, seppure una tantum, fu un evento per la stampa isolana e in particolare per L’Informatore ritenuto ingiustamente “figliastro” della testata principale: quell’anno il Cagliari calcio si accingeva a giocare il suo ultimo campionato di serie cadetta (con il 18enne Gigi Riva in squadra) e ad iniziare l’anno seguente l’avventura in A. L’Informatore in quel decennio glorioso per lo sport sardo e per tutta l’Isola diventerà il cantore dell’epopea del Cagliari campione d’Italia.

Montanelli giunse in Sardegna nella tarda primavera di un anno importante per il Paese in pieno boom economico e in fibrillazione per le elezioni politiche del 28 aprile, preludio all’avvento del primo centrosinistra con i socialisti al governo. Ma tutto il mondo era in fermento con le tensioni crescenti tra Occidente e blocco sovietico, la guerra in Vietnam, i timori per un conflitto nucleare, la prima donna nello spazio (la russa Valentina Tereshkova), le rivolte razziali dei neri negli Stati Uniti, il viaggio a luglio del presidente John Kennedy in Europa (sarà anche in Italia) ricco di aspettative che si dissolveranno con la sua uccisione a Dallas nel seguente novembre. In quel giugno, dopo la scomparsa di Giovanni XXIII, venne eletto al soglio pontificio Giovanni Battista Montini col nome di Paolo VI.

Anche per la Sardegna il 1963 è un anno decisivo perché si vara il Piano di Rinascita che apre grandi speranze per l’industrializzazione, l’economia, il turismo e la modernizzazione in generale della società con l’obiettivo di fermare lo spopolamento delle zone interne, l’emigrazione costante, la povertà diffusa. Questo il quadro in cui si muove Montanelli che proprio con il reportage sulla Sardegna ha il compito di iniziare un ambizioso progetto del Corriere della Sera che durerà due anni. I migliori inviati passeranno ai raggi ics tutte le regioni e alla fine gli articoli saranno raccolti in un poderoso volume di mille pagine intitolato “Italia sotto inchiesta”, edito da Sansoni (1965). 

Dunque Indro si assume l’onere di raccontare la Sardegna, una terra che ben conosceva per aver trascorso cinque anni della sua giovinezza, poi la Toscana delle sue radici familiari, l’Emilia e la Lombardia che lo aveva adottato. I contenuti del reportage gli annuncia nel suo articolo apparso sull’Informatore del Lunedì, intitolato “Della Sardegna parlo da sardo”.  «Gli amici di Cagliari – scrive – mi pregano di riassumere in poche parole l’impressione che mi ha fatto la Sardegna. Purtroppo, non posso contentarli: la Sardegna a me non fa nessuna impressione per il semplice motivo che l’ho nel sangue, ci venni da ragazzo, ci sono cresciuto, non sono mai riuscito a staccarmene e ogni mia gita qui è in realtà un “ritorno”».

«Stavolta – aggiunge –  tuttavia ho uno scopo ben preciso: un’inchiesta approfondita sull’isola e sulle sue condizioni economiche, politiche e sociali. La sto svolgendo per il mio giornale, il Corriere della Sera, e non sono ancora in grado di anticipare le conclusioni. Posso soltanto dire che mi trovo di fronte a problemi più complessi di quanto avevo preveduto, che mi richiamano al dovere di una certa cautela nei giudizi».

Montanelli ha forti riserve riguardo a ciò che si accinge a fare, analizzando i problemi che bloccano lo sviluppo dell’Isola: dai trasporti alla sanità, dall’istruzione alla mancanza di sbocchi professionali per i giovani, dal nascente turismo alla secolare dicotomia tra agricoltura e pastorizia, dalle crisi delle miniere ai progetti per le nuove industrie. Sono tutti temi che verranno esaminati a fondo nelle sette puntate pubblicate tra il 7 e il 16 giugno con grande evidenza nella terza pagina del quotidiano milanese, il più autorevole e diffuso nel Paese con oltre 800 mila copie. «Avanzo queste riserve – afferma – perché sentirei di far torto ai sardi e di offenderli prodigando loro soltanto dei complimenti convenzionali. Non ho bisogno di documentare qui il mio vecchio affetto per la Sardegna. Sono cinque lustri che, nella mia attività di giornalista e di scrittore, non perdo occasione di dimostrarlo». E così conclude: «Io, della Sardegna, parlo da sardo, non da continentale. E come tale voglio essere considerato».

I suoi articoli susciteranno vastissimo interesse, pungeranno e saranno da stimolo per la classe politica e dirigenziale, attireranno molti consensi, ma anche inevitabilmente pesanti critiche. Dalla lettura dei bellissimi reportage, tra cronaca, storia e letteratura nella secca e caustica prosa che lo distingueva, emerge tuttavia quella simpatia per il popolo sardo che lui stesso ha dichiarato. Montanelli amava e rispettava la Sardegna, con la quale aveva un particolare rapporto avendoci vissuto per un quinquennio durante la giovinezza perché il padre Sestilio era stato preside a Nuoro tra il 1917 e il 1923. Indro frequentò nella città di Grazia Deledda due anni delle elementari e i primi tre del Ginnasio. 

ll ricordo felice della gioventù all’ombra dell’Ortobene gli rimase per sempre tanto da volerci dedicare due capitoli di un prezioso quanto ormai introvabile pamphlet pubblicato per Rizzoli nel 1960 dal titolo “Tagli su misura” con riferimento specifico all’abito sartoriale. 

Si tratta di una raccolta di brevi ritratti di grandi personaggi di quel tempo o temi particolari a cui dedicò articoli pubblicati nel Corriere della Sera negli anni ’50. Nel volume infilò un primo capitolo intitolato semplicemente “Nuoro” in cui compaiono alcuni personaggi della sua gioventù rivisti a distanza di trent’anni. Ed un secondo godibilissimo capitolo dedicato a “Calvia Gavino”, il custode del più importante nuraghe della Sardegna, o per lo meno all’epoca il meglio conservato, quello di Santu Antine. ll racconto è una metafora del potere con protagonista il povero custode che nell’arco di una vita incontra primi ministri, i sovrani re Umberto I e Vittorio Emanuele III, il duce Mussolini e poi il presidente repubblicano Gronchi. 

Fu probabilmente questo suo antico legame con l’Isola a far sì che nel 1963, quando il Corriere della Sera avviò il reportage in tutte le regioni, che Montanelli scelse di ritornare in Sardegna per raccontarla agli italiani sulle pagine del più importante quotidiano nazionale. 

 

  

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